Tour de France 2021, Tadej Pogacar: “Mauro Gianetti con me è fantastico, è una grande persona. Stupido parlare di ‘era Pogacar’ “
Tadej Pogacar difende Mauro Giannetti. Dopo la sua doppia vittoria sui Pirenei, il corridore della UAE Team Emirates ha ricevuto parecchie domande sul suo team manager, Mauro Gianetti, e in particolare sul suo passato. Il dirigente svizzero, infatti, si è ritrovato suo malgrado a gestire in passato formazioni tra le cui fila militavano corridori poi squalificati per doping (Riccardo Riccò è forse il caso più famoso) e, in conferenza stampa, la maglia gialla ha dunque dovute rispondere ad alcune domande a riguardo, allontanando ancora una volta i sospetti di doping (nati senza alcuna motivazione valida) sul suo conto.
“Posso parlare solo per me – ha esordito ai microfoni di VeloNews quando gli è stato chiesto di Gianetti – Ma se devo dire qualcosa, quello è il passato. Quando ho incontrato Mauro è stato fantastico con me ed è una grande persona. Credo che il passato resti nel passato e che questo nuovo ciclismo sia uno sport molto più bello rispetto al passato. Posso parlare solo per me. Non considero questa l’era Pogacar. Secondo me è stupido. Di sicuro sta arrivando una nuova generazione. Ci sono tanti giovani che stanno arrivando al massimo livello e penso che sia una bel periodo per il ciclismo. Vedremo tante belle battaglie”.
Lo sloveno, che al termine del primo giorno di riposo aveva parlato dei tanti controlli a cui sono sottoposti i corridori, ha poi parlato del raid della polizia nell’albergo della Bahrain Victorious: “Non so cosa dire a riguardo. È qualcosa di davvero strano. È solo un altro controllo per dimostrare che nessuno nasconde nulla. I risultati del raid sono stati buoni. Non so come commentare, noi l’abbiamo scoperto la mattina. È una cosa in più per controllare lo sport”.
Sempre ai microfoni di VeloNews, sono poi arrivate anche la parole di Mauro Gianetti: “Prima di tutto, mi fanno piacere le parole di Tadej, che rappresentano la realtà, cioè che stiamo vivendo un nuovo bellissimo periodo del ciclismo. Oggi, io, come molte altri manager, possiamo credere nel ciclismo e in questa nuova generazione. Prima come manager era impossibile fidarsi totalmente dei corridori. Erano una cultura e una mentalità diverse. Ho ancora incubi risalenti a quel periodo, mentre ora dormo molto meglio. Capisco che la nuova generazione di corridori risenta degli errori del passato, ma sono fiducioso che il ciclismo sia cambiato e che possiamo essere fieri e fidarci di quello che stiamo vedendo”.
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